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“Campus Rubeus”, ovvero Camporosso: un toponimo dettato dai boschi di oleandri rossi che crescono lungo le rive del Nervia, o forse per il colore dei suoi terreni, che virano al rosso, specialmente quando illuminati dal sole al tramonto.

Dietro il suo nome, si cela la storia antica di un borgo che si estende nel fondovalle alluvionale alla destra del torrente Nervia e ai piedi della dorsale collinare che divide dalla valle del Roia.

Tra i suoi monumenti religiosi, spicca la chiesa di San Marco Evangelista, oggi Parrocchiale, di origine cinquecentesca ma ampliata nel Settecento. Di Camporosso è anche nativo Francesco Maria da Camporosso, vissuto nel XIX secolo e appartenente all'Ordine dei Frati Minori Cappuccini, proclamato santo nel 1962.

Camporosso ha un piccolo ma significativo affaccio sul mare, con una spiaggia sabbiosa che si distende per soli 300 metri, mentre alla foce del Nervia si estende un’importante oasi naturalistica e faunistica, rifugio prezioso nel quale sono state catalogate quasi 160 specie botaniche e 140 volatili, oltre a numerosi mammiferi e rettili.

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