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Borgo difensivo nel passato, grazie alla sua posizione nascosta, ma vicina al mare, oggi meta di turisti e amanti del buon vino

Nucleo fortificato del Borgo di Soldano

Il nome dell’abitato può derivare da un nome di persona, Soldanus, che si trova anche in testi scritti genovesi di 900 anni fa. Si tratta di un nome “mediterraneo” perché riprende trascrizioni italiane da un termine arabo (“sultano”). Detto questo, una parte di Soldano appare evidentemente chiusa su sé stessa. William Scott, architetto, pittore e scultore britannico che ha vissuto a Bordighera tra fine Ottocento e inizio Novecento è l’acuto testimone della visione e della vita dei paesi dell’estremo Ponente ligure.

Anfiteatro Pini

Essere a Pini e vedere le vigne di Rossese. Dunque vite al posto di alberi, strappati alla terra per una coltura produttiva. L’uomo qui deve operare sempre per avere il massimo possibile da un territorio complicato. Cinquecento anni fa più proprietari avevano un terreno a Pini. Creare terrazzamenti vuol dire limitare, addirittura bloccare l’erosione del territorio. Tanta fatica, ma si usano solo pietre e terra. Ecco un sistema di gestione del suolo in pendenza che è di fatto sostenibile, perché ricicla sé stesso, con la manutenzione dei muretti.

Nomeranza Beragna

Il pendìo di Beragna è ripido. I terrazzamenti per le vigne sono stretti, qui, come quasi ovunque da queste parti. La vite cerca il sole, i muri a secco sono come linee solide che contengono la collina, per ottenere la migliore esposizione possibile. La vite è sicuramente una delle coltivazioni più antiche da queste parti. Si parla di decine di secoli addietro. Non bisogna dimenticare però che anche questo piccolo spazio di Liguria verticale ha vissuto i tempi di un impiego del terreno, bene prezioso, in modo più variabile.

Anfiteatro Galeae

In Galeae valle del Verbone, territorio comunale di Perinaldo, il pendio collinare è domato in un vero e proprio anfiteatro. Voi osservate, siete gli attori. Il pubblico sono le viti di Rossese. In luoghi come questi, non unico nella zona, si apprezza proprio la capacità di trattare la pietra, di utilizzarla, metro per metro, muro dopo muro, senza un grammo di calce, di un legante, insomma. La maestrìa è quella del muratore ligure. Un tempo si diceva “mastra da muro” o, con termine solamente ligure “massacàn”.

Nomeranza Luvaira

Fruisci tra i contenuti plus di questa rappresentazione scenica. Qui il nostro attore affronta il difficile tema del rapporto tra Uomo e Lupo, per secoli additato, come oggi, di colpe non sue, e per fortuna da qualche decennio oggetto di tutela e protezione.